mattinate

” Caro diario, oggi sono stata all’Agenzia delle Entrate. Via santa caterina di Alessandria.  All’entrata noto le impalcature : l’edificio è in ristrutturazione a quanto pare, forse qualche cornicione si sbriciola o lo stanno riverniciando.

Faccio la fila con gli altri. Il clima è nervoso: una ragazza passa davanti a tutti e una signora in fila si mette a berciare sul serio che non so dove l’ha trovato quel tono incazzato di prima mattina. Poi al bancone un tizio barbuto con gilè beige da pescatore mi dà il biglietto. Ha un’aria simpatica, il gilè è multitasca e ha una camicia a quadri da pescatore o da boscaiolo.

Ok, prendo il mio numerino JA00o25, mi siedo e aspetto. Vedo gli sportelli laggiù tutti indaffarati. Una bella donna esce di fretta coi capelli al vento e dice “quante stronzate!”, e capisco che la burocrazia l’h fregata, magari le hanno chiesto un ulteriore documento e lei aveva fretta. Io mi illumino perché mi è piaciuta la scena, mi giro intorno per vedere la reazione della gente ma sono tutti indifferenti tranne una signora che mi sorride e sembra dire “cose che succedono”.

La fila è lunga a quanto pare, c’è un pò da aspettare. 22 numeri davanti a me e già è passato un bel quarto d’ora senza grandi eventi. Mi guardo intorno. Davanti all’ascensore c’è un enorme bove che traina l’aratro tenuto da un contadino. Il mosaico al pianoterra con la scena rurale cosa vorrebbe significare? Che dovremmo tutti andare a zappare? sì può darsi. comunque. Proseguiamo la visita al pianoterra, ovviamente parlo di quello: gli sportelli al pubblico sono lì, ed io ho da registrare un contratto.

La toilette dell’agenzia delle entrate è anonima e bianchina come quella degli ospedali. La foto di un fiore non sarebbe sgradita: come mai nessuno ci pensa?

Vedo una bacheca: cosa ci sarà appeso nella bacheca del fisco? Salta all’occhio un annuncio di “Telefono amico: se hai qualche disagio…24 su 24” , poi un tizio laureato di fresco, un Francesco che vorrebbe dare ripetizioni: ma perché qui? Quelli del fisco hanno bisogno di ripetizioni di matematica ? E infine un annuncio di affitto per camera. Buffo sarebbe se fosse a nero. Sarebbe come vendere amburger nella tana del lupo o qualcosa del genere.

Torno di là, i numeri sono corsi alla svelta ma ancora non è il mio turno.

Per la mia ricerca su come si sta all’Agenzia delle E prenderò un thè alla macchinetta. La prima cosa che noto è che manca la cioccolata. Nè kinder bueno nè snack nè niente di energetico e gustoso. Ma come vi trattano al fisco?? Non dico di mettere il caffè al ginseng, che comunque non sarebbe male, ma per lo meno snack più variegati questo sì.

Comunque le porzioni sono abbondanti. Quella benedetta macchinetta mi ha dato un bicchierino riempito fino all’orlo che per poco non mi brucio. E si è fregata 50 centesimi, un pò troppo per il thè, non vi sembra? (di solito è 40) . Quella macchinetta mi sta antipatica. Mi giro spaesata e vedo un drago. Bello verde con qualche animaletto intorno: ma che è quel dipinto?? Ah, è l’angolo dei piccoli, non ci credo: c’è un angolo dei piccoli qui? Bè giustamente se viene qualche mamma e magari si porta dietro la prole dovranno pur intrattenersi in qualche modo: un pò vuoto e scipito come angolo dei piccoli, quello dell’ospedale meyer è più allegro. Al fisco hanno molto da imparare dalle ludoteche!

Ho paura che mi dicano che non bastano i documenti o che qualcosa non quadra, mi sento sotto esame e ho bisogno che tutto fili liscio, fisso il monitor e aspetto il mio turno.

Elementi rassicuranti: la radio. Qualcuno ha acceso la radio, e danno una canzone di Elisa, non mi piace molto ma qui ci sta bene e era quello che ci voleva. Più rilassata, noto la confortevole scritta “Gli sportelli hanno quindi velocità diverse, ma il tuo turno è rispettato”. Una tipa sorride. Ecco tre elementi che mi fanno respirare un attimino.

Quante facce serie. Yawn!! (sbadiglio).

Avrei dormito ancora ma son contenta di essermi svegliata presto così sistemo la faccenda alla svelta. Poi c’è la questura, e anche lì non so quanto ci sarà da aspettare.

In testa ho una canzone inglese che non mi ricordo come si chiama ma la cantilena ripetuta mi sta frullando il cervello.

Finalmente tocca a me! Il tizio non parla, non saluta, ha delle sopracciglia arcuate di chi non si fida, e leggendo  il contratto lo sottolinea in certi punti. Quindi verrà annullato?? cioè, non si sottolinea così un documento formale: sembra proprio di essere a scuola cazzo.  —–Orazio G. , come mai non metti il cognome sul tuo cartellino? Cos’è hai paura che ti insegua e ti fucili? Non ho capito, sei 007? Vuoi preservare la tua identità? E’ per la tua sicurezza?

Tutto questo puzza di bruciato, di losco, non lo so, mi fa nervosa.

Comunque è stato divertente osservare tutto, e poi alla fine non mi ha detto niente e mi ha lasciato andare. Ma l’ho dovuto salutare io, perché lui aveva sempre la faccia sospettosa col fiato sospeso. ”

venerdì 4 ottobre, 10.00, Firenze

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